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Beatrice Bianchini
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COPENHAGEN COWBOY (‘292)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2023 ·
di Nicolas Winding Refn
con Andreas Lykke Jørgensen, Angela Bundalovic, Dragana
Milutinovic, Fleur Frilund, Jason Hendil-Forssell, Li Ii
Zhang, Lizzielou Winding Refn, Lola Winding Refn, Mads
Brügger, Mikael Bertelsen, Zlatko Burić

Il male possiede una voce poderosa che desta le anime volgari e le
riempie d’ammirazione, mentre il bene è largamente muto.
(Honoré de Balzac)

I MAIALI AL DI LA’ DEL BENE E DEL MALE
Urla bestiali per coprire e divorare le perversioni umane.
Un’auto velocissima, un ragazzo con camperos di lusso strangola
una giovane donna con tacchi a spillo in una porcilaia dove i versi
dei rumorosi onnivori coprono qualunque strazio umano.
Miu, una giovane donna esile e minuta, viene condotta nella casa di
Rosella, una serba sessantenne sposata ad un giovane grassone
del luogo, Sven. La signora ha acquistato il suo portafortuna, Miu
infatti dovrebbe, non si sa come, aiutarla a rimanere incinta e
esaudire la lista di desideri tra i quali
avere una pelle più liscia e idratata.
Ha pagato molti soldi per averla e pagherà ancora 10 mila corone
quando avrà un figlio.
Intanto il fratello albanese Andrej, che lei considera bellissimo,
gestisce un bordello di ragazze clandestine, relegate nella cantina
della casa come servitù in prigione.
Il commercio di immigrate sfila in passerella tra luci al neon e
lustrini mentre al piano superiore Miu gira per casa facendo strani
versi, camminando su poltrone e divani: sembra un automa la
giovane ragazza in tuta blu, non manifesta espressioni, né
emozioni, osserva con uno sguardo assorto, inquietante e
indecifrabile.
Rosella si dedica all’attività che dovrebbe consentirle di rimanere
incinta mentre il marito Sven grugnisce come un maiale.
Il primo episodio in salsa balcanica (La misteriosa Miu) si interseca
con il secondo in salsa agrodolce cinese (Vendetta è il mio nome)
per approdare al terzo (Dragon Palace) nella meravigliosa,
glaciale, deluxe, fallocratica residenza danese.
Occhiali per evitare sguardi malefici, annunci per mettere all’asta
Miu; Madre Hulda gestisce un ristorante cinese di Mister Chiang
che le ha tolto la figlia per garantirsi un giro di malavita vorace.
Sono tutti criminali i personaggi di NWR, la capitale danese
Cowboy rispecchia le stesse atmosfere messicane del precedente
ipnotico Too Old to Die Young.
Ma qui Miu vede prima, è stata rapita dagli alieni a 7 anni ed ha
poteri imprevedibili da supereroe, tuttavia le occorrono i documenti.
Entrare nella casa danese di Niklas il giovane rampollo che si eccita
a strangolare giovani donne, le fa percepire una presenza…che
rivelerà la sua previsione nel sesto episodio (Il cielo cadrà),
chiusura della prima serie e apertura
della seconda futura eventuale…
Una reggia, quella danese, dove NWR esprime la sua irrefrenabile
esigenza fotografico/estetica: qui il complesso edipico, già
ampiamente rappresentato in Solo Dio perdona, si riaffaccia con
prepotenza soprattutto perché il delirante fallocentrismo paterno
non esita a sortire i suoi effetti con discorsi deliranti, apologie del
sé e del proprio pene come monumento alla gloria del mondo.
“Una cosa ci lega”, dice infatti al figlio, “una cosa che tutti ci
invidiano e bramano e che segna il potere assoluto: il cazzo”
Pertanto entrambi i genitori, nella scena più esilarante,
sorprendente e straordinariamente geniale della serie, dove la
telecamera riprende ruotando su stessa il figlio Niklas e i genitori
mentre gli sottopongono l’apertura del regalo che hanno pensato
per lui: una elegantissima scatola rossa con fiocco in raso che il
ragazzo non riesce ad aprire e che contiene il cazzo. Il divertimento
crudele del padre e della madre di fronte alla inettitudine del figlio,
incapace a scartare il “pacco” di cui probabilmente non sa cosa
farsene, si concluderà con un’imprevedibile esito.
Dopo questa incredibile carrellata di abilità creativa, surreale,
grottesca e geniale il quarto episodio (Da Mister Chiang con amore)
e il quinto (Copenhagen) non riescono ad attestarsi sulla stessa
linea d’onda dei primi tre.
Tuttavia il corpo di Niklas lasciato in pasto ai maiali da Miu, riserva
qualche sorpresa particolare, oltre alla presenza dello stesso NWR
tra gli esperti che devono valutare come ricostruire il corpo in
putrefazione del ragazzo privato anche dell’organo tanto elogiato
dal padre, divorato questa volta dai maiali: “tutti sognano di
ridefinire se stessi e, se possiamo ricreare il pene, perché non farlo
più grande, potente, creativo; non ti piacerebbe avere una
conversazione con il tuo cazzo?”
Gli esperti ritengono infatti si possa ricreare
l’oggetto sacro per Niklas!
Miu porta su di sé il male (dolore fisico) e morale del mondo, ma
nessuno può farle ciò che lei deliberatamente non accetta.
Miu deve continuare a difendersi, a fare giustizia, a ripristinare un
regola nel caos ontologico.
Il suo sguardo oltreumano è quello di
chi conosce l’umano troppo umano.
Miu è heideggerianamente gettata nel mondo ma è una eroina e
difende chi ama a colpi di Kung Fu.
Una dea antropomorfa pressoché autistica, vestita di blu, casual,
un mix tra Arianna che incontra una serie di Minotauri nel labirinto
umano, tra le profezie di Cassandra e le visione dei mali di
Pandora senza accesso alla speranza.
Un caotico incastro di crimini umani e animali da tramonto
dell’occidente, dove il denaro regola qualunque rapporto dilaniando
e imputridendo qualunque perverso puzzle relazionale.
Una via crucis western, commedia, tragedia, sitcom, tra
fantascienza, noir e odissea mitologica.
Il maschio è fatto a pezzi, il cinema danese rende sempre giustizia
e questo sequel spirituale di Too old to die young, come lo definisce
Refn, è una esperienza visiva, sensoriale, emotiva assoluta. Un
incubo in slow motion ipnotico in cui l’inconscio esce tramortito e
addirittura svelato.
Il “mattatoio” umano tuttavia è magicamente rappresentato:
raffinato e morboso, sofisticato e putrido, elegante e
raccapricciante.
L’immorale sottobosco antropologico rappresentato da NWR
ripristina continuamente un allure accattivante dove le bende che
coprono il corpo in decomposizione sembrano firmate da brand
lussuosi e esclusivi.
I colori innaturali profumano di artificio come la pseudo natura
umana di putrefazione.

“IL MALE VESTE PRADA” e Miu sa muoversi con eleganza e
sobrietà nel viaggio mistico/diabolico dell’inferno cosmico.
Il brand cinematografico NWR lascia il segno, ancora, con qualche
inciampo strutturale, semantico e semiotico, ma la sua creatività
caotica, visionaria e disturbata continua a provocare e sconvolgere
ad evocare segnali inequivocabili di vitalità artistica.

Il diavolo è ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini
(Karl Kraus)



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