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Beatrice Bianchini
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Dream Palace (‘112)

beatrice bianchini
Pubblicato da in 2023 ·
di Ka Sung-moon
con Kim Sun-Young, Lee Yun-ji

La stupidità planetaria impedisce al mondo contemporaneo di scorgere
l’assurdità del proprio ordinamento.
(T.W.Adorno)

Un appartamento di nuova edilizia di design, elegante e
apparentemente confortevole viene acquistato in virtù della
trattativa/ patteggiamento di Hye jung con l’azienda datrice di lavoro
del marito, defunto a causa di un incendio.
La donna, madre di un adolescente, decide di porre fine alla protesta
nonostante l’opposizione dei familiari delle vittime che sono fermi in
un sit-in da molto tempo.
L’appartamento si trova nel famoso Dream Palace, e sin dal primo
giorno presenta un insidioso problema pressoché inaggirabile: dalle
tubature, anche se tenute aperte per ore, esce solo acqua arrugginita.
Nonostante la lamentela di Hye jung, il problema non vede soluzione;
il responsabile dell’ufficio vendite sostiene che potrà essere risolto
solo nel momento in cui saranno venduti tutti gli appartamenti…
Da qui inizierà una tormentata via crucis quotidiana per la giovane
vedova relativa non solo alla impossibilità di usare acqua se non
acquistata in confezioni di plastica ma soprattutto sulla realtà ostativa
dei familiari delle vittime.
Un labirinto burocratico-sociale-relazionale pressoché inestricabile,
renderà il film kafkianamente insidioso: il senso di responsabilità nei
confronti degli altri, del figlio, delle scelte e delle azioni ingenuamente
intraprese a fin di bene, faranno deragliare le buone intenzioni nelle
peggiori conseguenze.
L’elemento concettuale centrale del film riguarda l’impossibilità di
apportare delle modifiche in un ordinamento impersonale quale è
quello delle grandi compagnie.
Rivendicare i propri diritti in un sistema che si fonda sul Dividi et
Impera, si rivela una dinamica autodistruttiva.
Tra l’impossibilità di arrendersi e l’intricato meccanismo alienante che
struttura lo stallo non rimane che essere dei banali
clienti/consumatori che devono sottostare a regole e rispettare i
propri doveri senza poter accedere ai diritti fondamentali.
L’interpretazione di Kim Sun-young accompagna il percorso
destrutturante in modo assolutamente credibile.
Vittime, sit-in, proteste, rivendicazioni, impegno mettono in moto la
carrellata delle sostanziali iniquità che il mercato del lavoro, del
consumo, del profitto strutturano a svantaggio del cittadino medio.
Un cittadino che rivendica i propri diritti in un sistema sordo-cieco,
crudele e cinico nei confronti di qualunque esigenza umana.
Il Dream Palace è l’edificio metafora del mercato che pubblicizza
sogni vendendo prevalentemente incubi.
“Il cliente è servito” diceva Adorno nei suoi Minima Moralia, nella metà
del secolo scorso quando la tecnica e il capitalismo estremo e ancora
non erano compiuti.
Oggi, con l’accrescimento illimitato come fine teleologico ed
escatologico, ai quali gli uomini si devono solo adattare, negandosi
quindi come soggetti liberi, si può parlare di suddito più che di cliente,
e laddove si conservino ancora dei buoni sentimenti e le migliori
intenzioni, come nel caso di Hye jung ci sarà sempre qualcuno
strumentalizzato a dubitare, insinuare, accusare, aggredire per
destabilizzare quella eventuale remota, ormai, possibilità di unirsi per
rivendicare i propri diritti.
Un movimentato andirivieni di svolte narrative e colpi di scena fanno
del film un avvincente, magnetico, frenetico ritratto socio-culturale-
politico-economico nel quale la specifica pedagogia tecnocapitalistica
è finalizzata alla crescente integrazione e sussunzione dell’uomo nel
sistema.

Dacché il mondo ha tolto la parola agli uomini, colui a cui non si può
parlare ha sempre ragione.
(T.W.Adorno)



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